domenica 13 giugno 2010

La Pieve - 13 giugno 2010

da  http://www.pievedisesto.it/pieve/attachments/111_24-XIDomTO13.6.2010.pdf
APPUNTI
Sabato 15 maggio scorso è
scomparso don Carlo Zaccaro,
sacerdote dell'Opera della Divina Provvidenza
"Madonnina del Grappa", responsabile della
Missione Albania di Scutari. Don Carlo apparteneva
ad una generazione di giovani cresciuta
intorno a don Bensi e a La Pira. La decisione
di entrare nella Madonnina del Grappa, lasciando
il mondo universitario che gli si apriva
davanti con proposte anche affascinanti, fu
solo la scelta dei poveri. Al funerale, nella
Chiesa dell’Immacolata a Montughi, erano
presenti l’Arcivescovo di Scutari, presidente
della Conferenza episcopale albanese, il Prefetto,
il Sindaco, tante rappresentanze della
città. L’opera svolta da don Carlo in Albania,
sulla spinta di Madre Teresa di Calcutta, si è
rivelata di proporzioni straordinarie. Ha meravigliato
tutti. Ha particolarmente colpito la testimonianza
con cui l’Università di medicina di
Firenze ha voluto ricordarlo. L'Ateneo fiorentino
aveva aderito ad una proposta di don Carlo
di istituire presso l'Università di Scutari un
Corso di laurea in Fisioterapia. Questa proposta
formativa veniva a colmare una grave lacuna
del sistema sanitario e universitario albanese.
In contemporanea sono nate case famiglia
per ragazzi disabili e un centro di cardiologia
pediatrica. Il ricordo del prof. Giulio Masotti e
dei suoi assistenti che hanno dato tanto per la
realizzazione del progetto, è commovente.
“Per noi è stato un insegnamento morale notevole,
ha detto Masotti. Anche un laico, a 75
anni quanti ne ho io, può imparare tante cose:
intanto a mettere insieme le proprie esigenze
con quelle degli altri; e poi l’umiltà, la disponibilità
totale. Il ricordo di don Carlo è quello di
una persona eccezionale che metteva se
stesso e il proprio mondo a disposizione di un
progetto giudicato da noi impossibile e che visto
oggi, a realizzazione avvenuta e in tempi
rapidissimi, ci appare miracoloso.
L’onnipotenza dell’amore
Proprio in relazione all’aggettivo miracoloso
colto sulle labbra del prof. Masotti ci piace ricordare
un articolo scritto da don Carlo Zaccaro
su Toscana Oggi un paio di anni fa. Era circolata
la notizia di una «guarigione prodigiosa» attribuita
all’intercessione di don Giulio Facibeni e
c’erano state maldestre interpretazioni sulla
stampa. Scrisse don Carlo:
La grandezza dei santi non sta nei miracoli che
compie Dio solo, ma in quello che della loro esistenza
terrena essi hanno lasciato compiere a
Dio. Il miracolo è dato dal percorso che Dio fa
compiere, quasi sgomitolandola, alla fase terrena
dell’esistenza umana per portarla ascensionalmente
alla vetta di quella perfezione prevista
dal progetto di Dio. Ma la vetta è la croce. Il
destinatario di un miracolo di don Facibeni non
è tizio o caio o sempronio, ma è un’intera città.
Il Padre, che da giovane assistente degli Scolopi,
aveva agitato in alto il tricolore per la riconciliazione
tra Stato italiano e Chiesa cattolica e
su quella bandiera aveva idealmente adagiato i
corpi straziati dei suoi fanti caduti sul Monte
Grappa, si è trovato alla fine dei suoi giorni a
tenere nell’incerta mano tremante per il parkinson
un bianco fazzoletto quasi ostensorio della
resa completa del suo corpo e della sua anima a
Gesù crocifisso. Non è questo il vero miracolo di
don Facibeni che con la sua palese sofferenza
ha portato l’immagine sacramentaria di un Dio
Padre a casa di ciascuno di noi? Noi fiorentini
siamo tutti dei miracolati. Don Facibeni ci ha
insegnato con la sua vita che l’onnipotenza di
Dio è un’onnipotenza d’amore, non di potere.
Un’onnipotenza vulnerabile, fra l’altro, dalla
nostra libertà…

Santa Messa per i 10 anni dalla morte di don Carlo Zaccaro

22 Maggio alle ore 18 nella Chiesa di San Michelino Visdomini in via dei Servi a Firenze. Santa Messa per i 10 anni dalla morte di don Car...