sabato 30 aprile 2011

Sabato 14 Maggio 2011 a Galeata, raduno dei Ragazzi di Villa Torricella e Villa Guicciardini.


http://www.facebook.com/event.php?eid=203903252967877


Per chi viene da lontano con possibilità di dormire nella struttura di Sant' Ellero.
Il programma prevede:
ore 16,00 ritrovo a Sant' Ellero
ore 19,00 Cena all' Agriturismo Pettola (si prega di dare conferma nei tempi stabiliti a chi interessa).

Menu fisso a 18,00 €/persona
bambini sotto 5 anni gratis
bambini da 5 a 10 anni 8€
...bambini da 10 a 15 anni 10 €
ragazzi sopra 15 anni come adulti.

Il menu consistente in
crostini
2 primi
1 carne ai ferri
1 contorno misto
dolce
vino+acqua + caffè + digestivo.

Per quanto riguarda il pernottamento:

abbiamo la disponibilità di alcuni posti a Sant'Ellero e di altri presso l'Ostello della Gioventù di S.Sofia (struttura davvero carina e molto confortevole nel centro del paese). Vi faremo sapere prima possibile i prezzi.
Per chi decide di rimanere a dormire il giorno dopo ci sarà la Commemorazione, per il primo anniversario dalla morte di don Carlo dove il Comune gli dedicherà una strada. 


Ovviamente l' invito è rivolto anche a mogli, fidanzate e figli.
Per motivi organizzativi si prega di dare conferma entro il 3 Maggio specificando chi rimane a dormire scrivendo a

torricellaboys@gmail.com


o chiamando ai seguenti numeri:


Carlo Zappia: 3316386126
Roberto Curt Amodeo: 3389040508

Con la speranza di vedere come siete invecchiati per ora vi salutiamo.


I Galeata Boys
  
  

sabato 23 aprile 2011

La Chiesa? E’ vicina e … parla

da  http://diocesipistoia.wordpress.com/2011/04/23/la-chiesa-e-vicina-e-parla/

 Pistoia, Pasqua 2011 – La Pasqua è il nostro destino: lo scopo per cui ci è data la vita, il traguardo cui volge la nostra strada. C’è una sintonia profonda, insopprimibile, tra ciò che ogni persona radicalmente attende e ciò che la Pasqua annuncia.
E’ il dono, originalissimo, di noi cristiani al mondo; è il sale con cui rendiamo sapida la vita.
Occorre però che noi siamo persone e comunità che vivono questa speranza e mostrano quanto essa umanizzi la vita.
Com’è una Chiesa che crede alla Pasqua, una Comunità cristiana che vive la Resurrezione ? Tra le molte risposte possibili ne scelgo due che mi paiono attuali oltre che pertinenti.
La Chiesa di Pasqua è una Chiesa “vicina”, secondo la parola del Risorto “io sono con voi”.
Da un po’ di tempo mi vado chiedendo, come Vescovo, se la nostra Chiesa italiana non stia perdendo il contatto con la gente, non stia sbiadendo una presenza significativa dentro l’orizzonte di riferimento quotidiano, normale, delle persone.
Certo può essere la conseguenza di un indebolimento della struttura ecclesiale, ma forse è, ancor più, una immagine di chiesa che gioca prevalentemente in difesa e percorre troppo velocemente il tracciato dell’ ascolto, dell’ analisi, della comprensione e dell’ umana sintonia, per approdare al pur necessario pronunciamento e giudizio.
Mi preoccupa questo allontanarsi della chiesa da una dimensione autenticamente popolare, non populistica e demagogica, perché impoverisce una caratteristica marcatamente evangelica e rischia di velare la luminosità della Pasqua nella vita della gente.
La seconda risposta: una Chiesa di Pasqua è una chiesa “ che parla”. E parla significativamente, incidendo e solcando le intelligenze e le coscienze. E’ un parlare che può anche dispiacere a qualcuno e suscitare reazioni amare, come ci insegnano gli Atti degli Apostoli descrivendo le reazioni dell’ ufficialità giudaica all’ annuncio di Pietro sulla Resurrezione.
Mi ha molto colpito il discorso del Card. Tettamanzi alla sua chiesa di Milano, nella Domenica delle Palme. Credo che la Pasqua ci impegni ad un di più di lealtà, di chiarezza, di “profezia” verso il nostro tempo, collocandoci come cristiani dentro la storia, senza sconti e senza protezioni.
Allora è il tempo di pronunciare parole chiare, sui principi ma anche sui comportamenti, sulla dottrina ma anche sulle persone, sull’ etica ma anche sui fatti che accadono.
Credo che una Pasqua così porterebbe chiarezza e fermezza di giudizio su avvenimenti che stanno accadendo alle frontiere ma anche su comportamenti che avvengono al centro.
Certo una Pasqua “vicina” e “che parla”, è faticosa e pone la Chiesa sulla strada della conversione, ma è anche l’unica davvero evangelica: quello che ha avuto ed ha la forza di generare il cristiano come lievito della storia.

Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia

VEDI ANCHE   http://doncarlozaccaro.blogspot.com/2011/04/per-la-chiesa-una-conversione-urgente.html

domenica 17 aprile 2011

Per la chiesa una conversione urgente

un articolo di Mons. Giordano Frosini sul settimanale cattolico "La Vita"
http://www.diocesipistoia.it/public/vita15_1%20-%202011.pdf



Col passare del tempo cresce la convinzione che la chiesa, più che di un’operazione di maquillage o di correzioni di piccole entità, ha bisogno di riforme radicali che incidano profondamente sui suoi comportamenti. I tempi urgono e le attese si fanno sempre di più spasmodiche. La nostra attenzione non è tanto rivolta alle critiche esterne, non sempre serene e disinteressate, mai però da disattendersi, quanto alle sollecitazioni che provengono dall’interno, in particolare da parte di coloro che appartengono alla schiera dei figli migliori.
Un malessere che si diffonde a macchia d’olio soprattutto nei paesi di antica cristianità, compreso naturalmente il nostro. Continuano ad arrivare notizie di distacchi dalla chiesa, da parte di coloro che non riescono più a condividere le sue posizioni e i suoi atteggiamenti. Non è detto che tutte le critiche siano accettabili e che tutto quello che viene suggerito debba anche essere realizzato. Però il coro di queste voci si fa sempre di più intenso e rumoroso e non è per niente il caso di continuare a far vista di niente. Farne l’elenco, anche soltanto per rimanere in campo italiano, sarebbe troppo lungo. E la schiera sta aumentando ogni giorno.
Manca il respiro è il titolo di un libro recentemente comparso con le firme di due storici: don Saverio Xeres, docente nella Facoltà teologica dell’Italia  settentrionale e di Giorgio Campanini, il cui amore alla chiesa non ha certo bisogno di essere dimostrato. In generale, nei riguardi di queste critiche ricordiamo anzitutto un pensiero già più volte espresso, specialmente in questi ultimi tempi: non vuol bene alla chiesa chi la difende per quello che è, ma chi la spinge a essere sempre di più quello che ancora non è e che invece dovrebbe essere. Il sonno dogmatico dei dirigenti deve a ogni costo essere interrotto prima che sia troppo tardi.
Qualcosa non funziona a dovere. Il dito è puntato soprattutto sulla scarsa valorizzazione del contributo del popolo di Dio nel suo complesso, in particolare dei laici, che pure formano la stragrande maggioranza della comunità ecclesiale. Senza di loro la chiesa manca di una componente essenziale, specialmente per quanto riguarda la sua presenza nel mondo: una presenza non certo sostituibile da quella della gerarchia, come invece da tempo sta accadendo. Ma è pure in questione la partecipazione di tutti i battezzati ai problemi anche interni della chiesa. Si continua a parlare di corresponsabilità, ma esiste veramente a tutti i livelli in cui si struttura la chiesa? E l’opinione pubblica al suo interno perché non ha ancora corso legale, dopo le tante discussioni cominciate addirittura dai tempi di Pio XII? Sono certamente lodevoli le programmatiche riunioni della nostra Conferenza episcopale e del Consiglio permanente della stessa. Ma, c’è domandarsi, quanto le une e le altre, tengono conto dell’effettiva opinione del popolo cristiano, compresa quella dei presbiteri e, in non pochi casi, perfino dei vescovi? Più in alto si sale e più la corresponsabilità dovrebbe essere assicurata.
Le domande si potrebbero moltiplicare e ruoterebbero sostanzialmente sugli stessi punti, consacrati ormai da decenni dal concilio Vaticano II in documenti meravigliosi che dovrebbero illuminare il cammino dell’intera comunità. I richiami, almeno qualche volta, sono fatti in modi non del tutto appropriati, ma per questo però possono essere messi in disparte, come se essi nascessero sempre da mentalità erronee o addirittura scismatiche? Bisogna dare loro una risposta convincente e il più possibile urgente. Altrimenti la frattura fra la parte dirigenziale e la base della comunità cristiana si farà sempre più larga e profonda, col rischio di smottamenti progressivi e pericolosi, duplicando in questo modo la situazione che si presenta disastrosa all’interno della società civile.
Che ognuno torni al suo posto e compia responsabilmente quelle azioni che appartengono alla propria vocazione. Il concilio è alle nostre spalle come un monito perenne e non bisogna tradirlo coi nostri comportamenti ingiustificati e ingiustificabili. Per questo a tutti si chiede una forte dose di umiltà e di disponibilità all’ascolto. Una conversione vera e propria: una conversione lungamente attesa e mai sufficientemente realizzata. Occorre per questo un dialogo più fraterno e quella libertà di espressione che appartiene di diritto a tutti i battezzati.
Può servire da schema di fondo la bellissima preghiera reperibile nei testi della nuova liturgia: “La tua chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo”. E’ la preghiera del Regno, alla cui costruzione tutti sono chiamati.


Giordano Frosini

VEDI ANCHE
Oggi alla Chiesa manca il respiro. di Enzo Bianchi su LA STAMPA
http://www3.lastampa.it/libri/sezioni/lontano-e-vicino/articolo/lstp/398102/

Santa Messa per i 10 anni dalla morte di don Carlo Zaccaro

22 Maggio alle ore 18 nella Chiesa di San Michelino Visdomini in via dei Servi a Firenze. Santa Messa per i 10 anni dalla morte di don Car...