domenica 30 maggio 2010

Ritorno in Albania

http://www.agatasmeralda.org/news/ritorno-in-albania_1_168_0.html
 
12 Maggio 2010: partenza per l’Albania. Dopo vari rinvii dello scorso anno, eccoci finalmente decisi, si parte per Bajze.
Al nostro arrivo, come sempre, Suor Pia e Suor Rosangela ci aspettavano.
L’aeroporto dedicato a Madre Teresa era stato ultimato a tempo di record. Durante tutto il percorso fino a Scutari abbiamo notato un gran movimento: tanti cantieri per costruzioni ed anche di strade. Si nota benissimo che l’Albania è un paese in forte crescita.
Dopo il pranzo, abbiamo fatto una bella passeggiata per le strade del villaggio di Bajze. Qui la vita è più tranquilla, siamo infatti lontani dallo sviluppo della città.
Dopo la passeggiata abbiamo messo in ordine e smistato le oltre 40 scatole da noi spedite con un container alcuni giorni prima. Le scatole contenevano vestiti e biancheria intima nuova per bambini e adulti, giochi, quaderni, materiale didattico e sanitario che avevamo avuto in donazione da alcuni amici negozianti di Locorotondo. Suor Pia era felicissima di quanto da noi le era stato donato. Tutto il materiale sarebbe stato distribuito a persone particolarmente bisognose. La religiosa, commossa, ci ha ringraziato.
Al mattino abbiamo atteso i bambini della scuola materna gestita dalle suore.
Teniamo a sottolineare la pulizia e l’ordine che si nota nelle aule. Suor Agnesina ci informa che sono i bambini stessi che tengono pulite ed in ordine tutte le cinque sale ed i bagni dell’asilo. E’ stato bellissimo vederli arrivare accompagnati dalle mamme o dai papà che, frettolosi, li lasciano per recarsi al lavoro. Tutti i bambini vestono grembiulini puliti: le femminucce rosa ed i maschietti verdino. Dopo un primo approccio con alcuni giochi, fanno degli esercizi di riscaldamento, intonando alcuni canti. Poi abbiamo assistito alle prove per i balli e i canti che a fine anno faranno in una grande festa. Durante tutta la mattinata si sono svolte attività educative e giochi vari. Con amore e professionalità le educatrici e le suore hanno sempre assistito in tutto e per tutto i bambini. Siamo rimasti incantati dall’impegno che tutti mostravano nello svolgere il proprio compito.
Una piccola pausa per la merenda offerta dalle suore e per l’immancabile pirulì, che sempre doniamo a tutti i bimbi che incontriamo.
In tutto i bambini sono circa sessantacinque, divisi in tre classi per età. La mattinata è trascorsa veloce, siamo stati tanto bene in compagnia dei nostri bambini.
Dopo il pranzo ci siamo recati a Scutari per incontrare Suor Enza. Motivo della visita la testimonianza dell’utilizzo della nuova macchina per l’ecocolordoppler del cuore, donata dalla nostra Associazione a questo centro sanitario.
Tale centro è attualmente ospitato presso i locali dell’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa di Firenze ed è gestito da Suor Enza, in collaborazione con la Dottoressa Arketa Pllumi. La Dottoressa ci ringrazia per il grande contributo. Collabora con Suor Enza da più di dieci anni. Precedentemente aveva utilizzato un apparecchio già donato da “Agata Smeralda” e adesso, grazie al nuovo e moderno ecocolordoppler, le diagnosi saranno molto più dettagliate e si potranno meglio prevenire e curare le malformazioni cardiache dei bambini albanesi. Il medico ci fornisce inoltre alcune statistiche che dimostrano il grande operato del centro diagnostico, attualmente l’unico in tutto il nord dell’Albania. Dal 2001 al 2009 sono stati visitati gratuitamente oltre tremila pazienti (la maggior parte bambini), sono stati diagnosticati oltre 640 pazienti, di cui 196 trasferiti in Italia per interventi chirurgici al cuore. Molto importante anche la possibilità di continuare con controlli e monitorare le funzioni cardiache anche dopo l’intervento cardiochirurgico.
Abbiamo assistito inoltre ad alcune visite: particolarmente emozionante quando è stato usato l’ecocolordoppler cardiaco fetale ad una signora in gravidanza, per controllare che il feto non avesse complicanze cardiache.
Abbiamo molto apprezzato la serietà e la professionalità della Dottoressa Pllumi e di Suor Enza. Ogni giorno decine di bambini possono usufruire gratuitamente di una visita specialistica cardiopediatrica, al fine di diagnosticare l’eventuale malformazione cardiaca.
Tutto questo con il contributo della nostra Associazione Progetto Agata Smeralda.
Con Rosa sono fiero e onorato di farne parte e ci auguriamo che la nostra testimonianza serva a dare forza e convincere, anche i più dubbiosi, che con un piccolo sacrificio si può realmente dare vita e futuro ad un bambino.
Felici per quanto avevamo visto, il giorno successivo ci siamo organizzati per il rientro in Italia. Dopo appena due giorni dal nostro arrivo, Suor Pia ci ha telefonato per informarci che purtroppo era venuto a mancare Don Carlo Zaccaro, sacerdote di Firenze e Presidente in Albania della Missione Opera Madonnina Del Grappa, che finanzia il centro di Scutari, dove Suor Enza e la Dottoressa Arketa prestano il loro servizio di assistenza ai bambini con problemi cardiaci.
Possiamo testimoniare del grande e concreto lavoro svolto da Suor Enza e da tutti i collaboratori del centro di cardiologia di Scutari, pertanto facciamo il nostro appello al Presidente di “Agata Smeralda” di valutare la possibilità di continuare a sostenere tale centro per il prossimo futuro.
Donato e Rosa Carparelli
Locorotondo (Bari)

sabato 29 maggio 2010

Notiziario K

Da Notiziario K di Santa Sofia.  Anno XXX – n. 20 del 19.05.2010

IL NOSTRO ADDIO A DON CARLO ZACCARO – Don Carlo Zaccaro, sacerdote dell’Opera della Divina Provvidenza “Madonnina del Grappa” ha fatto il suo ritorno alla casa del Padre, dove è stato accolto dai suoi maestri e amici, Don Giulio Facibeni e Giorgio La Pira.
Anche la nostra zona ha visto Don Zaccaro intrepido e solerte animatore presso Villa Torricella di Galeata.
Lo salutiamo e lo ringraziamo con le stesse parole dei suoi ragazzi: “Fulgido esempio di fede e carità cristiana, testimone vivente della Divina provvidenza, sulla scia del suo fondatore Don Giulio Facibeni. Fu maestro illuminato e ascoltato. Profuse il suo impegno coerente e costante nell’Opera della Divina Provvidenza “Madonnina del Grappa”, ultimamente in Albania, fino al termine dei suoi giorni”.

mercoledì 26 maggio 2010

La Vita 23/05/2010

  
Da: La Vita (23 maggio 2010)

Ricordo di don Carlo Zaccaro
Un’orma di maggio


Sabato 15 maggio è venuto a mancare don Carlo Zaccaro, amico ed estimatore del nostro giornale. Lascia un grande vuoto nella comunità cristiana e nella società civile. Mi piace ricordare don Carlo Zaccaro con le parole che il Manzoni scrisse nel famoso 5 maggio: “né sa quando una simile orma di pie’ mortale la sua cruenta polvere a calpestar verrà ... al Massimo Fattor, che volle in lui del creator suo spirto più vasta orma stampar”. Una grande orma difficile da colmare. Anche lui ha alzato tanta polvere nell’arco di una lunga vita, senza mai stancarsi di coltivare il Vangelo. Tenace nell’amore dei poveri, dei giovani e dei più bisognosi, lascia tante persone orfane del suo spirito. Perché don Carlo era un uomo che non insegnava le Sacre Scritture: le viveva e le faceva vivere.
Aveva scelto di lavorare in Albania, sulle orme di Madre Teresa di Calcutta, in un paese all’inizio molto difficile, dove ha subito anche un attentato, ma la sua tenacia lo teneva lì in quella terra di frontiera. In una città dell’estrema periferia del paese e del continente. Una Scutari ancora molto lontana dagli standard sociali europei, tanto difficile da collocare tra oriente ed occidente. Con l’impressione di essere costantemente sopraffatti dagli eventi, senza riuscire a fare sostanziali passi in avanti verso un benessere sociale che dista solo poche miglia di mare.
Chi ha avuto la fortuna di poter condividere con lui un’esperienza albanese ha avuto, come me, la riprova vivida di come si divulga il messaggio evangelico. La sua cruenta polvere, dice il Manzoni ed è vero. Don Carlo sapeva coinvolgerti in iniziative che altrimenti sarebbero state impossibili. Con quella sua risatina quasi canzonatoria ti diceva: “Come, non avrai paura a guidare una panda!”. E partivamo per le strade sterrate e sconosciute dell’Albania. Io mi sentivo sicura, come non mi sarei mai sentita neppure in Italia.
Lui ti sfidava. Salvo poi al ritorno essere sempre redarguiti per essersi avventurati in percorsi ritenuti temerari.
Alcune settimane orsono l’ho chiamato al cellulare. Lui era già in ospedale, mi ha brontolato. “Lei- mi da detto, dandomi del lei a sottolineare il rimprovero - non deve telefonare a me per sapere come sto, deve invece pensare al nostro comune amico che ha bisogno di affetto e amicizia”. Era così don Carlo, pur essendo malato, in ospedale, non pensava a se stesso, ma a coloro che avevano più bisogno di lui.
Un suo caro amico da tanti lustri lo definiva: “Un buono”. Come dire forse anche troppo, ma don Carlo era questo. Un vulcano di iniziative e di amore.
Lascia un progetto da realizzare, un suo grande sogno al quale stava lavorando: la facoltà di medicina a Scutari.
   
Marinella Sichi
 

domenica 23 maggio 2010

RINGRAZIAMENTO

Commossi da tanta partecipazione al loro grande dolore la sorella e i nipoti, ringraziano le Autorità civili e religiose Italiane e Albanesi, i Sacerdoti, le Suore, le Confraternite delle Misericordie, i ragazzi e i Figli dell’Opera Madonnina del Grappa e i tanti carissimi amici e parenti che con al loro presenza, o con i loro messaggi, hanno dimostrato il legame profondo di amore avuto per

DON

Carlo Zaccaro

Firenze, 23 Maggio 2010.

L'Osservatore Toscano 23/05/2010



Toscana Oggi 23/05/2010



sabato 22 maggio 2010

Da   http://www.notaiofilippoferrara.it/

Sabato 15 maggio 2010, Vigilia dell’Ascensione al Cielo di Nostro Signore Gesu’ Cristo, è Salito al Cielo Don Carlo Zaccaro, 88 anni, sacerdote dell`Opera della Divina Provvidenza "Madonnina del Grappa" di Firenze.
Laureato in Giurisprudenza,  nel 1946 entra a far parte del Gruppo Madonnina del Grappa, diventando uno dei collaboratori di don Giulio Facibeni.
Nel 1955 viene ordinato sacerdote ed alla morte di don Giulio Facibeni, ne prosegue l`Opera, seguendo la formazione dei giovani, dando vita alla Scuola Professionale della Madonnina del Grappa, e sviluppando l`attività caritativa in tanti settori, dai bambini agli anziani, dagli stranieri ai carcerati.
Nel 1992, su indicazione delle Suore di Madre Teresa di Calcutta,  visita in Albania  un orfanotrofio e rimane scioccato dell`abbandono  in cui sono tenuti i bambini, per lo più celebrolesi. Costruisce un moderno edificio con un efficiente ambulatorio a favore dei più poveri e indifesi in quel paese.
“Cordoglio per la scomparsa di «un grande sacerdote toscano, una delle figure più rappresentative e significative di una chiesa capace di stare sempre accanto ai più poveri e ai più indifesi» è stato espresso dal Presidente della Giunta Regionale della Toscana, Enrico Rossi. «Uomo di raffinata cultura,  giurista e docente universitario, ha proseguito l`opera di Don Giulio Facibeni, continuando a tenere viva l`esperienza della Madonnina del Grappa e dando vita ad un`efficace missione in Albania, dove ha fatto nascere una casa famiglia per bambini cerebrolesi e altre strutture sanitarie. Se n`è andato con discrezione, come aveva vissuto e ci mancherà molto come mancherà a tutti i toscani. Ci resteranno le sue opere concrete ma anche il suo esempio e il suo impegno religioso e civile al servizio degli altri. Una testimonianza di fede e di dedizione sociale che, ne sono certo, altri sapranno raccogliere e portare avanti come lui stesso ha saputo fare dopo la scomparsa di don Facibeni».


VEDI ANCHE   
http://www.notaiofilippoferrara.it/pagina.asp?ID=115
  
http://www.notaiofilippoferrara.it/pagina.asp?ID=73 


giovedì 20 maggio 2010

GRAZIE Don Carlo. Aleksander Qyteza

" Era un santo in terra,e adesso tramite la preghiera sarà sempre presente.
Tocca a noi portare avanti la sua opera misericordiosa,ciascuno nel suo piccolo,e Don Carlo sarà contento.
Non sarà facile somigliare a Lui,nella inteligenza,nella fede,nell'amare e assistere i più deboli, nel vivere così intensamente la vita. Permettete l'Ave Maria in lingua albanese:

T'falem Mari,
hir' plot,Zoti me Ty
Bekue je mbi te gjitha grat'
e i bekuem frut i barkut tand,Jesus.
Shejtja Mari nana e TenZot,
lutu per ne m'katnoret
Tash e n'fill t'mordes tone.
Ashtu Kjofte
GRAZIE Don Carlo. Aleksander Qyteza. "

Un «fulmine» piombato sulla Chiesa

09/07/2009 - 11:04 - Un «fulmine» piombato sulla Chiesa
http://www.toscanaoggi.it/notizia_3.php?IDCategoria=316&IDNotizia=11583

di Carlo Zaccaro

1. Don Lorenzo Milani: perché la Chiesa non l’ha capito? Con quella onestà intellettuale, unanimente riconosciutagli, saldata com’è alla sua cultura biblica, l’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, si è posto questa domanda quasi alla fine della bella omelia pronunciata a Barbiana nella celebrazione eucaristica per il 42° anniversario della morte di don Lorenzo Milani (Mons. Betori: «Don Milani camminava avanti»).

La risposta è stata data dall’arcivescovo grazie ad un rinvio comparativo analogico con quanto era avvenuto fra don Primo Mazzolari e PaoloVI. A chi lo accusava di non aver voluto bene a don Mazzolari, PaoloVI risponde: «No, non è vero: io gli ho voluto bene. Certo…non era sempre possibile condividere le sue posizioni: camminava avanti con un passo troppo lungo e spesso non gli si poteva stare dietro. E così ha sofferto lui ed abbiamo sofferto anche noi. E’ il destino dei profeti».

Mi domando: può essere rivisitata la risposta di Paolo VI adottata da Betori, ed in certo qual modo riconfermata dalle parole di stima e dall’auspicio formulato da Benedetto XVI nell’udienza del primo aprile alla Fondazione Primo Mazzolari?

Penso di sì con l’aggiunta di una glossa che, senza alterarne il limpido contenuto, ci aiuti a capire da dove questi testimoni attingevano la forza di quel «Camminare avanti a passi troppo lunghi»: se da una presuntuosa esaltazione di se stessi o da un umile e nascosto ascolto della volontà salvifica di Dio. Perchè è da questo discernimento che nasce la preoccupata doverosità di alzare il livello di guardia od abbracciare le segnalazioni che provengano dalla loro personale testimonianza.

2. Forse è bene partire dalla riflessione sulla scelta di Benedetto XVI di affidare il patrocinio dell’anno sacerdotale al Curato d’Ars e a padre Pio da Pietralcina, due santi martirizzati dall’initerrotto esercizio del ministero della riconciliazione, affidato da Gesù alla sua Chiesa il giorno stesso della sua Resurrezione. Evidentemente l’ha ritenuto di essenziale importanza. Di questo sacramento don Lorenzo era un impaziente fruitore aggredendo ogni sacerdote che varcasse la soglia di Barbiana e che non trovava scampo se non si piegava al desiderio del priore di essere riconciliato, il quale - detto fra parentesi - era un angelo.

Cosa ha voluto dire il Santo Padre con questa scelta? Ci limitiamo ad una sola motivazione: a fronte dell’attuale crisi epocale, Benedetto XVI ha individuato nel coraggio di rinunciare alla nostra impura autosufficienza la unica e singolare possibilità di poter tornare a vedere Dio, somma Bellezza e sommo Amore, diventando cittadini di quella città di Dio dove S. Agostino fa abitare coloro che lo hanno amato fino al disprezzo di sé. Si tratta, in realtà, di un salto qualitativo dell’universale vocazione alla santità, cui è chiamato ogni uomo ed ogni donna, per essere in grado di capire i segni dei tempi.

Non ci sarebbe, infatti, da stupirsi se proprio per la vastità globale di questa crisi apocalittica, Dio, che sa trarre il bene anche dal male, non preparasse per mano di coloro che «camminano avanti a passi troppo lunghi» lo snodo al tendenziale processo di unificazione del mondo.

Già don Lorenzo aveva previsto l’irrompere in Europa delle tumultuose frontiere della povertà nel suo famoso libro Esperienze pastorali di cui il priore di Barbiana mi lesse una lettera altamente compiaciuta di Luigi Einaudi che lo invitava a presentare il testo ad un concorso per la libera docenza universitaria. È molto probabile che l’invasione spinta dalla fame - il Direttore generale della Fao, Jacques Diouf, calcola che entra il 2009 gli affamati saranno oltre il miliardo - diventerà incontenibile, se non sarà contenuta da un effettiva ed autentica conversione degli egoismi nazionali ed internazionali.

3. Il successo del «G8» è legato alla soluzione, almeno embrionale, di questo dramma. L’incontro che al termine dei lavori avrà il Presidente degli Stati Uniti con il Papa (per me non sarà un «normale» colloquio) al quale riconosce una leadership straordinaria, può segnare un punto a favore della speranza. Si sa quanto soffra il Papa se anche recentemente rivolgendosi ai membri dell’Accademia Pontificia di Scienze Sociali, lui solitamente misurato nelle espressioni, usi parole di fuoco: «per i Cristiani che regolarmente chiedono a Dio “donaci oggi il nostro pane quotidiano” è una tragedia vergognosa che un quinto dell’umanità soffra ancora la fame».

Anche don Lorenzo dovette arrossire quando sbocconcellando da seminarista un pezzo di pane bianco, inviatogli da casa, in un vicolo di S. Frediano si sentì apostrofato da una donna affacciata alla finestra della sua casa che gli gridò: «Vergogna, non si mangia il pane dei ricchi nelle strade dei poveri». Fu un grido trasverberato per sempre nella sua vocazione sacerdotale, nata uno actu con la sua conversione. Da questo episodio gli si fece strada la considerazione della santità oggettiva di vita dei poveri, al confronto di quella dei ricchi epuloni.

I poveri ci sono messi accanto perché amandoli ci si possa, almeno in piccolissima misura, sdebitare dell’infinito amore gratuito, ricevuto per essere donato. Il dialogo 64 di S. Caterina da Siena è un bellissimo commento al Giudizio Universale del capitolo XXV di S. Matteo.

Ma don Lorenzo non era classista. La lettera a Pipetta, splendida spigolatura dell’esodo colta ai giorni nostri, come è stato detto lo dimostra. Severino Dianich, dopo aver affermato giustamente che al povero della beatitudine non è proponibile la controbeatitudine della ricchezza, ma la beatitudine della giustizia, si meraviglia dello sfogo di tipo escatologico violentemente espresso da don Lorenzo a Pipetta: «Ti manca il pane! Che vuoi me ne importasse a me quando avevo la coscienza pulita di non averne più di te, che vuoi me ne importasse a me che vorrei parlarti solo di quell’altro pane che tu dal giorno che tornasti prigioniero e venisti con la tua mamma a prenderlo non mi hai più chiesto. Pipetta tutto passa. Per chi muore piagato sull’uscio dei ricchi, di là c’è il pane di Dio. È solo questo che il mio Signore mi aveva detto di darti». Ma ha torto l’eminente teologo perché don Lorenzo, da anima costituzionalmente contemplativa, non era impegnato nei tornanti della lotta sociale, ma nel trasferire nell’ostile quadrato che circondava la sua rivoluzionaria esperienza scolastica, gli effetti della adorante contemplazione della kenosi del Verbo al quale, repentinamente chiamato, si era con assoluta immediatezza e totalità donato.

4. È stato insegnato da Hans Hurs Von Balthasar che «la grande tradizione contemplativa, quando almeno fu autenticamente cristiana ed evangelica, attinse la propria vita da un’intuizione assai più profonda, dalla convinzione, cioè, che qualsiasi opera di solidarietà umana si trova di fronte agli stessi limiti contro cui andò a cozzare la vita stessa di Gesù e che l’opposizione del mondo, sempre più decisa e tenace, può essere superata solo da un’incondizionata dedizione della propria esistenza a quel Dio che nell’esecuzione del proprio piano redentivo del mondo può disporre di questa esistenza a favore di tutti i nostri fratelli. L’uomo finito - anche l’uomo Gesù non ha altro mezzo per corrispondere all’infinita volontà di Dio che la propria assoluta disponibilità, il proprio Fiat incondizionato e sempre più profondo, la volontà di lasciarsi condurre "dove tu non vuoi" (Gv. 21,18)» (Hans Hurs Von Balthasar, Sorelle nello Spirito: Teresa di Lieuseux e Elisabetta di Ligione, Introduzione, Iaka Book).

In questa assoluta disponibilità si coglie il centro di gravità spirituale di don Lorenzo, tornito dalla Santissima Trinità, sostenuto nella speranza dello Spirito Santo, mangiato dalla fede in Gesù Cristo, prediletto dal Padre, fatto felice perché il priore di Barbiana era riuscito ad amare Michele Francuccio più di Lui.

Si rischia di non capire don Milani se non si tiene conto della sua dimensione di contemplativo «scomodo» quanto si vuole, ed in parte quanto Lui voleva capace di urtare a bella posta le persone per nascondere l’intimità gelosamente custodita del suo rapporto preferenziale ed assoluto con il Signore.

Da quando, ancora cappellano a Calenzano, mi confidò la sua ammirazione per il monachesimo benedettino, ho pensato sempre a Barbiana come ad una rustica abbazia benedettina, dove il monaco priore fungeva in realtà da Abbas con quei ragazzi di montagna, che figuravano da aspiranti novizi sottoposti ad una severa disciplina, ma in compenso allietati dall’insegnamento del «miglior maestro del mondo».

5. La luce che si sprigiona ancora da Barbiana, il suo tentativo fiondistico di davidica memoria, di cambiare sistema perché la persona umana abbia il chiaro ed immediato riconoscimento dei suoi diritti che non gli derivano certo dallo Stato perché la persona stessa è diritto in quanto nasce come soggetto di diritto, principi questi espressi dalla nostra Costituzione ad opera del costituente Giorgio La Pira, lo vede espresso icasticamente dalla lettera «Ai giudici» più che dalla lettera «Alla Professoressa» per la quale - presago della sua diffusione - mi mandò a rimproverare l’editore, l’amico Vittorio Zani, perché ne aveva fatto una tiratura di solo 5000 copie.

«Il ragazzo (oggi diremo il minore) non è ancora penalmente imputabile - scrive don Lorenzo - e non esercita ancora diritti sovrani, deve solo prepararsi ad esercitarli domani ed è perciò da un lato nostro inferiore perché deve ubbidirci e noi rispondiamo di lui, dall’altro nostro superiore perché decreterà domani leggi migliori delle nostre. Ed allora il maestro deve essere per quanto può, profeta, scrutare i segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso. Anche il maestro è, dunque, in qualche modo fuori dal nostro ordinamento eppure al suo servizio. Se lo condannate, attentate al processo legislativo». Sono parole pesanti come macigni, di straordinaria bellezza antologica. Gridata da un angolo eremitico del Monte Giovi, la parola del maestro di Barbiana ha avuto una internazionale cassa di risonanza. Dal sacrificio di una vita autenticata totalmente e radicalmente donata, è diventata patrimonio comune ai paesi del nostro pianeta, perché il povero (minore o straniero che sia) ritrovi in se stesso la calma audacia di giocare a fronte alta il suo ruolo di figlio benamato da Dio e di sereno respiro di protagonista nella costruzione di quella città terrena che Peguy ha definito: «il cantiere dove la città di Dio si elabora e si prepara».

6. Perché la Chiesa non l’ha capito? Riprendo in mano l’introduzione di Hans Hurs Von Balthasar che scrive: «all’interno della Chiesa, che è il corpo di Cristo, ci sono missione e vie di santità che dal corpo tendono di più verso il capo ed altre che dal capo tendono più verso il corpo… ci sono delle missioni che piombano sulla Chiesa come fulmini celesti, in quanto devono far riconoscere una volontà unica ed irrepetibile di Dio nei suoi confronti, ma ce ne sono anche altre che crescono nel seno della Chiesa, della comunità, degli ordini religiosi e che, per la loro purezza e coerenza, diventano il modello delle altre. Le prime vengono da Dio e si sviluppano nella Chiesa che, se vuole obbedire allo Spirito Santo, deve accoglierle ed inserirle nella concreta pienezza della sua santità; le seconde nascono dalla Chiesa, sono fiori che Essa nella sua grazia feconda ha fatto sbocciare e che presenta a Dio come le proprie primizie… nella canonizzazione del primo gruppo è più la Chiesa che obbedisce al Signore, nella canonizzazione del secondo è più il Signore che accondiscende al giusto desiderio della sua Chiesa».

Perché la Chiesa non l’ha capito? È stato difficile anche per i futuri Apostoli, esperti pescatori e profondi conoscitori del lago, non aver paura del ciclone dei venti che avevano scatenato l’improvvisa tempesta, tanto da svegliare il Signore dormiente a poppa della barca, durante quella traversata che doveva portarli all’altra riva.

Le missioni di coloro che Dio invia alla sua Chiesa «come fulmini celesti» per portarci all’altra riva assomigliano a quei venti che agitarono le acque a tal punto che alla sicurezza del mestier di pescatori subentrasse la paura fino a mettere a rischio la fede.

Nella mente di Dio missioni come quella affidata a don Lorenzo sono primizie anticipatrici di futuri, abbondanti raccolti; per la nostra poca fede, causa di turbamenti e di involontarie incomprensioni.

mercoledì 19 maggio 2010

La Nazione 19/05/2010

Corriere fiorentino 19/05/2010



necrologi 19/05/2010

UMBERTO e ROSY SANTARELLI con i figli STEFANO e PAOLO, le nuore GIULIA e ILARIA e i piccoli FRANCESCO e BENEDETTA, ricordano con sconfinata nostalgia l’amico

DON

Carlo Zaccaro

Ringraziano Dio per aver vissuto la meravigliosa esperienza di una fraterna amicizia e sono affettuosamente vicini a TINA, FRANCESCA, ELISABETTA, ANDREA e all’Opera Madonnina del Grappa.

Firenze, 19 Maggio 2010.

martedì 18 maggio 2010

La Fondazione don Lorenzo Milani ricorda don Carlo Zaccaro

17/05/2010

La Fondazione don Lorenzo Milani ricorda don Carlo Zaccaro uomo della provvidenza che guardava all'oggi e al futuro

La morte di don Carlo Zaccaro rappresenta una grave perdita per la Firenze della solidarietà e dell'accoglienza.

Don Carlo non era solo testimone e protagonista di un'epoca straordinaria della Chiesa Fiorentina: la Chiesa di don Facibeni, del Cardinale Elia della Costa, di don Lorenzo Milani, di Padre Balducci, di Giorgio La Pira e di Fioretta Mazzei, ma era l'incarnazione di un uomo di Dio che sapeva rispondere ai bisogni quotidiani degli ultimi e, nel contempo, proiettarsi verso il futuro; sempre guidato dalla certezza che dove c'erano i poveri c'era una giustizia da affermare.

Negli ultimi anni aveva spostato il suo sguardo verso i più deboli dell'Albania, realizzando a Scutari una Casa di Accoglienza per ragazzi in difficoltà e un presidio sanitario per quanti erano ai margini della societ&agrave.

Don Carlo era socio fondatore della Fondazione Don Lorenzo Milani e fu felice di promuovere insieme al Presidente della Fondazione Michele Gesualdi una serie di incontri a Tirana e Scutari per far conoscere il pensiero e l'opera del Priore di Barbiana.

Al termine di questi incontri fu dato vita all'Associazione Albanese I CARE con lo scopo di sostenere i giovani in difficoltà scolastica.

Grazie a don Carlo e all'Opera Madonnina del Grappa la scuola di Barbiana e don Lorenzo Milani parlano anche alle Barbiane di oggi in Albania.

La Fondazione Don Lorenzo Milani

Don Lorenzo parla in albanese

Durante la sua seconda visita in Albania, dopo aver visitato le zone di Shllak e Koman,

Michelle Gesualdi, Presidente della Fondazione don Lorenzo Milani, inaugura a Scutari la

nascita della nuova Associazione Albanese -I CARE-.

Sono un gruppo di giovani albanesi che ispirati al pensiero milaniano, attraverso "I care"

intendono dedicarsi ai più svantaggiati, ai più umili, ai più poveri delle zone del nord

Albania. Anche se e' un associazione nuova, -I CARE- ha alle sue spalle una storia ricca di

incontri,di scambi e di amore reciproco.

Tutto inizia nei primi anni 90' quando l'Associazione -Madonnina del Grappa" di Firenze

apre le prime case - famiglia nella città di Scutari in Albania ospitando ragazze orfani

e diversamente abili. Da sempre, il Presidente della Madonnina del Grappa per l'Albania,

don Carlo Zaccaro affianca i giovani nella ricerca di una grande verit&agrave. Invita i giovani ad

essere protagonisti nella vita attraverso iniziative concrete.

Grazie a Don Carlo alcuni giovani hanno la possibilità per la prima volta di leggere alcuni

scritti di Don Milani. Non si può commentare l'effetto che fanno. Presto ci si accorge di

quante Barbiane esistono in Albania. Per molti giovani la scuola rimane un lusso,

perchè vengono bocciati, perchè ci vogliono km per raggiungerla e spesso perchè la scuola

non ha il tempo e la pazienza per aspettare chi e' più lento. C'è' sempre un programma

ministeriale da rispettare e nessuno conta quanti rimangono per strada, ma sono tanti.

Nel mese di settembre di quest'anno un gruppo di giovani era ospite a Firenze dell'opera

Madonnina del Grappa. Le visite a Firenze e soprattutto a Barbiana hanno dato la possibilità

ai giovani di conoscere da vicino quella realtà particolare. Davanti al santo scolaro, si pensa

al vero senso della parola, di quella parola che rende uguali.

Nei diversi incontri organizzati a Scutari, parlando dell'opera di Don Milani e di Barbiana,

Michelle Gesualdi diceva: -Davanti al pensiero di Don Milani, si può apprezzarlo oppure si può anche non condividerlo, si può addirittura odiarlo ma non si può mai rimanere indifferenti-.

Affianco ai giovani albanese, a sostenere la nascita di -I CARE- sono anche alcuni parroci

ed anche il Difensore civico della Regione di Scutari l'avvocato Alfred Kocobashi.

La missione di -I CARE- e' quella di sostenere gli ultimi. Le prime attività intraprese sono

concentrate sulla scuola. Inoltre l'associazione -I CARE- avrà anche il compito di gestire

per fini sociali un bar - ristorante che servirà come centro culturale di aggregazione dei giovani.

Presso questo centro si svolgeranno attività culturali, corsi di formazione, c'è' anche una biblioteca.

Le prime attività consistono nel sostenere giovani, soprattutto quelli provenienti da

situazione di emarginazione, a recuperare gli studi e riuscire ad avere il Diploma della scuola media superiore.

Corriere Fiorentino 18/05/2010




Bagno di Romagna: cordoglio dell'Amministrazine comunale per la morte di don Carlo Zaccaro

* 18 maggio 2010 - 9.57 (Ultima Modifica: 18 maggio 2010)

L'amministrazione comunale di Bagno di Romagna partecipa al lutto per la scomparsa di don Carlo Zaccaro, figura di primo rilievo dell'opera Madonnina del Grappa di Firenze e prosecutore del grande impegno espresso da don Giulio Facibeni.


Nel 2006 il consiglio comunale gli aveva attribuito, all'unanimità, la cittadinanza onoraria.

Una delegazione del Comune, col gonfalone, guidata dal vicesindaco Liviana Zanetti, parteciperà alle esequie, che si terranno domani, martedì 18 maggio alle 15,30 nella chiesa dell'Immacolata a Montughi. La messa funebre sarà celebrata dall'arcivescovo di Firenze mons. Giuseppe Betori.

"L'Opera Madonnina del Grappa ha fatto tantissimo per la gente del nostro Comune - afferma il sindaco Lorenzo Spignoli -. Nell'immediato dopoguerra, e poi ancora negli anni '50, '60 e '70 ha accolto presso di sé una larghissima schiera di giovani di queste nostre zone, ospitandoli, facendo in modo che potessero studiare, aiutando poi anche molti di loro a trovare lavoro. In grandissima parte si trattava di ragazzi bisognosi e meritevoli, che in altro modo non avrebbero potuto frequentare scuole superiori e università. Possiamo affermare addirittura che una quota consistente della nostra classe dirigente si è formata presso l'Opera Madonnina del Grappa. Abbiamo intenzione di convocare prossimamente un incontro pubblico appositamente dedicato a ricordare la grande figura di don Carlo, chiamando a testimoniare, per primi, i suoi allievi."

Saranno davvero tanti, infatti gli ex allievi che da questo comune (così come da Santa Sofia, Galeata e altri comuni appenninici) andranno a rendere a don Carlo l'ultimo saluto. Tanti quanti, negli ultimi anni lo avevano più volte accolto e festeggiato in occasione delle sue visite. Si ricordano in particolare gli incontri presso il santuario di Corzano e una affollatissima conferenza presso il Centro Sociale di Iniziative Cultura.


Laureato in Giurisprudenza, con una specializzazione in diritto agrario, nella Fuci (universitari cattolici) strinse amicizia con personaggi di assoluto rilievo come don Franco Costa, don Emilio Guano, Giulio Andreotti, Aldo ed Alfredo Carlo Moro, Francesco Cossiga. Dopo l'8 settembre '45 aderì al Gruppo di Radio Cora. Tramite don Raffaele Bensi, il cui gruppo frequentava si avvicinò alla Madonnina del Grappa, e nel 1946 entrò a farne parte, diventando uno dei collaboratori di don Giulio Facibeni. Nel 1955 venne ordinato sacerdote, pochi anni prima della morte del Fondatore. Don Carlo Zaccaro, insieme ad altri sacerdoti, ne proseguì l'Opera, seguendo la formazione dei giovani, dando vita alla Scuola Professionale della Madonnina del Grappa, e sviluppando l'attività caritativa in tanti settori, dai bambini agli anziani, dagli stranieri ai carcerati. Fu anche molto vicino a Giorgio La Pira, Pino Arpioni e a Fioretta Mazzei. Nel 1992, su indicazione delle Suore di Madre Teresa di Calcutta, fece visita in Albania a un orfanotrofio e rimase scioccato dell'abbandono e dalla sporcizia in cui erano tenuti i bambini, per lo più celebrolesi. Costruì ed arredò un moderno edificio con un efficiente ambulatorio. Fu l'inizio di un'attività molto intensa a favore dei più poveri e indifesi in quel paese. L'Albania, dal canto suo, come riconoscimento per quanto don Carlo ha fatto per loro lo ha insignito della Cittadinanze onoraria della Città di Scutari.

Don Carlo aveva 88 anni.

Forlì, il cordoglio dell'assessore Drei per la scomparsa di Don Carlo Zaccaro

* 18 maggio 2010 - 9.27

Nell'ambito delle attività portate avanti dall'Assessorato alle politiche di Welfare, il Comune di Forlì ha collaborato per anni con Don Carlo Zaccaro, apprezzando il grande valore delle attività di sostegno ai ragazzi e alle ragazze orfani o abbandonati gestite dall'Opera Madonnina del Grappa nel nostro territorio e a Scutari, nel nord dell'Albania.


La sua profonda umanità e la sua dedizione sono emerse in questo impegno di solidarietà internazionale che il Comune di Forlì, in collaborazione con l'Ausl di Forlì e la Provincia di Forlì-Cesena, svolge in Albania, in luoghi di povertà e di emigrazione, con il sostegno alla crescita e l'inserimento in case famiglia o in piccole comunità di ragazze e ragazzi abbandonati. Nel farmi interprete dell'intera Amministrazione comunale, ho espresso i sentimenti di cordoglio e partecipazione all'Opera Madonnina del Grappa, certo che la missione di Don Zaccaro proseguirà in futuro, continuando ad avere nel Suo esempio un saldo punto di riferimento.

Davide Drei
Assessore al Welfare del Comune di Forlì

lunedì 17 maggio 2010

necrologi 18/05/2010

CARLO e MARIA CASINI con MARINA, FRANCESCO, DONATELLA, MARCO e con BENEDETTA e DONATO ricordano l’amicizia gioiosa, l’amore instancabile per i poveri, l’intelligenza inesausta di

DON

Carlo Zaccaro

che è andato ad attenderci nella casa del Padre lasciandoci la testimonianza di un sacerdozio rivelatore del volto glorioso della Chiesa.

Firenze, 18 Maggio 2010.

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ANNA, SILVIA, RITA MESSERI ricordano

DON

Carlo Zaccaro

con affetto e gratitudine.

Firenze, 18 Maggio 2010.

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Al sacerdote

DON

Carlo Zaccaro

con affetto e riconoscenza. FRANCO MUNZ e famiglia

Firenze, 18 Maggio 2010.

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ELISA e ETTORE BERNABEI insieme ai loro figli partecipano al lutto di tutta la famiglia dell’Opera Madonnina del Grappa per la dipartita di

DON

Carlo Zaccaro

e formulano preghiere per la sua anima eletta.

Roma, 18 Maggio 2010.

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La partecipazione dell'Ateneo fiorentino alla sua opera in Albania

Scomparsa di don Carlo Zaccaro
La partecipazione dell'Ateneo fiorentino alla sua opera in Albania

Sabato 15 maggio scorso è scomparso don Carlo Zaccaro, sacerdote dell'Opera della Divina Provvidenza "Madonnina del Grappa" e responsabile della Missione Albania di Scutari.

L'Ateneo ha aderito alla sua proposta di istituire presso l'Università di Scutari un Corso di laurea in Fisioterapia, iniziativa particolarmente significativa in un Paese in cui la professione del fisioterapista non esisteva. Questa proposta formativa ha, quindi, colmato una grave lacuna del sistema sanitario e universitario albanese.

Con l'anno accademico 2007/2008 ha avuto inizio il Progetto di Cooperazione Internazionale "Formazione di Fisioterapisti Albanesi nella regione di Scutari", finanziato dall'Assessorato alla Sanità della Regione Toscana; a questa iniziativa hanno partecipato, oltre alla Madonnina del Grappa, l'Ateneo fiorentino e l'Università di Scutari.

"Don Carlo Zaccaro, prosecutore dell'opera di Don Facibeni e nel profondo rispetto della sua vocazione missionaria e di carità - ha ricordato Giulio Masotti, delegato della Facoltà di Medicina e Chirurgia per i rapporti con l'Università di Scutari - ha fortemente voluto che presso la struttura albanese dell'Opera "Madonnina del Grappa" fossero gratuitamente ospitati come convittori gli studenti in condizioni socio-economiche disagiate, senza alcuna distinzione di credo religioso, in armonia con il suo profondo spirito ecumenico. L'Ateneo Fiorentino - ha continuato Masotti - esprime ai sacerdoti e alla comunità della "Madonnina del Grappa" il profondo cordoglio per la scomparsa di Don Zaccaro e, nel suo nome, prosegue con rafforzata convinzione la propria partecipazione al nobile progetto da lui voluto".
notizia 17/05/2010
http://www.unifi.it/mod-MDNotizie-master-action-view-bid-2665.html

La Nazione 17/05/2010

La Nazione
lunedì 17 maggio 2010

Il sogno di don Zaccaro porta la firma di Firenze Aprire una facoltà di Medicina in Albania

L’ultima intervista che don Carlo Zaccaro avrebbe voluto rilasciare, non più tardi di un mese fa, avrebbe parlato di un sogno che stava per realizzare, una facoltà di Medicina a Scutari, con clinica ospedaliera annessa. Un’appendice alla filiale della Madonnina del Grappa (di cui era presidente) che dagli anni ’90 è casa-famiglia, è scuola, è ambulatori di fisioterapia e microchirurgia ed è l’unico centro all’avanguardia di chirurgia pediatrica del Paese. L’ultima sua intervista, appesa a un appuntamento che non ha avuto tempo di confemare, è rimasta nel libro dei sogni. Ma il suo sogno, quello no, ha ancora la possibilità di trasformarsi in realtà. Almeno finché esistono persone che possono continuare la sua opera, all’interno e fuori della Madonnina.
Era, ed è, un progetto ambizioso, il suo, ma don Carlo non si lasciava scoraggiare perché credeva nell’importanza di educare una classe medica sul posto, dandogli insegnamenti, posti di lavoro e mezzi. E con lui ci credeva il professor Giulio Masotti, che ne ha seguito l’evolversi per conto dell’Università di Firenze.
Per don Carlo “lamerica”, quella senza apostrofo che raccontò Amelio, non era in Italia, ma stava lì, nel Paese delle Aquile, dove il lavoro manca, ma ce ne sarebbe anche tanto da fare.
E la clinica ospedaliera, per curare quei bambini di cui voleva proteggere il futuro, è un passo fondamentale, l’opportunità di costruire la nuova dirigenza e un contributo necessario per raggiungere gli obiettivi che l’Albania si è data in nome degli “acquis” comunitari richiesti dall’Ue. E’ un qualcosa per cui bisogna lottare e continuare «a sperare contro ogni speranza», com’egli stesso scrisse in dedica su un libro che racconta la vita di don Facibeni.
L’intervista che don Carlo non ha avuto il tempo di rilasciare parlava dei suoi viaggi in Albania, delle personalità che vi riusciva a portare e di quelle che lì incontrava, a partire dal premier Sali Berisha. Personalità, al di qua e al di là dell’Adriatico, che lavoravano per uno stesso identico sogno, quello di preparare l’Albania ad entrare nell’Europa a testa alta.

Oggi la salma di don Carlo sarà esposta alla Madonnina (via delle Panche 28), mentre i funerali si celebreranno domani alle 15,30 nella Chiesa dell’Immacolata (via Fabroni). Cordoglio è stato espresso, oltre che da Renzi e Chiti, dal Governatore Rossi: «Ci mancherà molto, ma ci resteranno le sue opere concrete», ha detto. «Era l’uomo più generoso che abbia conosciuto — scrive Rodolfo Doni —. Posso citare due occasioni: quando mi volle portare in Albania per tenere una lezione e quando facemmo la rivista “Punti di riferimento”. In entrambi i casi disse: “Venderò un tavolo per sopperire alla spesa”. Era così, spendeva sempre di tasca sua».
Provincia di Firenze
DON ZACCARO: "UNO SPIRITO GIOVANE A SERVIZIO DEI POVERI"
"Una bella figura di testimone della storia ecclesiale e civile"
"Un grande testimone della storia ecclesiale e civile": così il Presidente del Consiglio provinciale ricorda don Carlo Zaccaro, prete della Madonnina del Grappa fondata a Firenze da don Facibeni, scomparso ieri. "Don Carlo - osserva Ermini - ha mantenuto lo spirito giovane, uno spirito di servizio evangelico che lo ho portato dalle strade di Firenze a quelle dell'Albania a operare per la crescita umana dei più poveri".
17/05/2010 16:09
Provincia di Firenze

Il cordoglio di Rossi per la scomparsa di don Zaccaro

ISTITUZIONI
Il ricordo del presidente della Regione della figura del sacerdote toscano
Il cordoglio di Rossi per la scomparsa di don Zaccaro
Ci resteranno la sua cultura e il suo impegno al servizio dei più poveri



di Tiziano Carradori
Firenze «E' scomparso un grande sacerdote toscano. Mi unisco al cordoglio per la perdita di don Carlo Zaccaro, una delle figure più rappresentative e signficative di una chiesa capace di stare sempre accanto ai più poveri e ai più indifesi».
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ricorda così il sacerdote nato a Montemurlo e scomparso sabato pomeriggio a Firenze, a 88 anni.
«Uomo di raffinata cultura – prosegue Enrico Rossi – giurista e docente universitario, ha proseguito l'opera di don Giulio Facibeni continuando a tenere viva l'esperienza della Madonnina del Grappa e dando vita ad un'efficace missione in Albania dove ha fatto nascere una casa famiglia per bambini cerebrolesi e altre strutture sanitarie. Se n'è andato con discrezione, co me aveva vissuto e ci mancherà molto come mancherà a tutti i toscani. Ci resteranno le sue opere concrete ma anche il suo esempio e il suo impegno religioso e civile al servizio degli altri. Una testimonianza di fede e di dedizione sociale che, ne sono certo, altri sapranno raccogliere e portare avanti come lui stesso ha saputo fare dopo la scomparsa di don Facibeni».

http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/istituzioni/regione/visualizza_asset.html_1805712330.html

DON ZACCARO, BARDUCCI: "LA SUA VITA E' STATA TESTIMONIANZA CONCRETA A FAVORE DEGLI ULTIMI"

DON ZACCARO, BARDUCCI: "LA SUA VITA E’ STATA TESTIMONIANZA CONCRETA A FAVORE DEGLI ULTIMI”

Il saluto commosso del Presidente della Provincia di Firenze

“Ci sono persone capaci più di altre di parlare al cuore della gente, che ne percepiscono la sincerità e l’umiltà. Don Zaccaro era uno di questi”. Con queste parole il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci ha ricordato don Carlo Zaccaro, prete della Madonnina del Grappa fondata a Firenze da don Facibeni. Prosegue Barducci: “La sua vita è stata testimonianza concreta a favore degli ultimi, siano essi malati, orfani, stranieri o carcerati”.

“Un esempio di solidarietà, fonte di ispirazione per tutti noi che ci troviamo, ora più che mai, a rinnovare il nostro sostegno all'opera della Madonnina del Grappa ed a tutti i collaboratori e ai ragazzi che sentiranno fortemente la sua mancanza”.
Chiesa-morto Don Zaccaro: Chiti, "Sua opera un segno per Firenze"
''La scomparsa di don Carlo Zaccaro colpisce tutti noi. La sua testimonianza e' stata per la Chiesa e per la città di Firenze, un segno limpido di impegno religioso, civile e culturale. La sua azione instancabile al servizio dei piu' deboli e sulle orme di don Facibeni, un esempio luminoso''.

Cosi' il Vice Presidente del Senato Vannino Chiti alla notizia della morte a Firenze di don Carlo Zaccaro.
(ANSA) - FIRENZE, 15 MAG - Don Carlo Zaccaro, sacerdote dell'Opera della Divina Provvidenza "Madonnina del Grappa" di Firenze, è morto questo pomeriggio all'ospedale fiorentino di Careggi dov'era stato ricoverato nei giorni scorsi per un intervento d'urgenza. Don Zaccaro era nato a Firenze il 16 agosto 1922. Laureato in Giurisprudenza, si era specializzato in diritto agrario, materia che aveva anche insegnato. Avvicinatosi alla Madonnina del Grappa grazie a don Bensi, era stato ordinato sacerdote nel 1955, pochi anni prima della morte del fondatore, don Giulio Facibeni di cui è in corso la causa di beatificazione. Don Carlo Zaccaro, insieme ad altri sacerdoti, ne aveva proseguito l'opera, sviluppando l'attività caritativa e benefica anche all'estero, in particolare in Albania. Cordoglio per la scomparsa di don Carlo Zaccaro è stato espresso dal sindaco di Firenze Matteo Renzi, anche a nome del Comune di Firenze: "Con don Zaccaro perdiamo una figura molto significativa: è stato uno dei grandi testimoni e interpreti della cultura di solidarietà e di accoglienza che ha permeato il tessuto sociale, civile e religioso della nostra città". Renzi si è recato a Careggi a portare l'ultimo saluto della città alla salma di don Carlo. "Dall'intensa attività per l'Opera 'Madonnina del Grappa' - ha aggiunto il sindaco Renzi - all'impegno culturale al Gruppo Meic come in ogni momento della sua vita, don Carlo ha saputo vivere e trasmettere quei valori che oggi siamo chiamati a raccogliere e mantenere vivi, in una società che ha sempre più bisogno di esperienze solidali".(ANSA).
15/05/2010
Il cordoglio del sindaco Renzi per la scomparsa di don Carlo Zaccaro
“Con don Carlo Zaccaro perdiamo una figura molto significativa: è stato uno dei grandi testimoni e interpreti della cultura di solidarietà e di accoglienza che ha permeato il tessuto sociale, civile e religioso della nostra città”. Così il sindaco Matteo Renzi ha espresso il cordoglio suo personale, dell’amministrazione comunale e della città di Firenze per la scomparsa di don Carlo Zaccaro, sacerdote dell’Opera della Divina Provvidenza “Madonnina del Grappa”.
Il sindaco Renzi, appresa la notizia della scomparsa del sacerdote mentre era all’inaugurazione dell’aula liturgica della chiesa di San Pietro a Varlungo, ha espresso personalmente le condoglianze all’arcivescovo Giuseppe Betori e all’Opera “Madonnina del Grappa” e poi si è recato a Careggi a portare l’ultimo saluto della città alla salma di don Carlo.
“Dall’intensa attività per l’Opera ‘Madonnina del Grappa’ - ha aggiunto Matteo Renzi - all’impegno culturale al Gruppo Meic come in ogni momento della sua vita, don Carlo ha saputo vivere e trasmettere quei valori che oggi siamo chiamati a raccogliere e mantenere vivi, in una società che ha sempre più bisogno di esperienze solidali”. (fp)
Provincia di Firenze
DON ZACCARO, BARDUCCI: "LA SUA VITA E’ STATA TESTIMONIANZA CONCRETA A FAVORE DEGLI ULTIMI”
Il saluto commosso del Presidente della Provincia di Firenze
“Ci sono persone capaci più di altre di parlare al cuore della gente, che ne percepiscono la sincerità e l’umiltà. Don Zaccaro era uno di questi”. Con queste parole il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci ha ricordato don Carlo Zaccaro, prete della Madonnina del Grappa fondata a Firenze da don Facibeni. Prosegue Barducci: “La sua vita è stata testimonianza concreta a favore degli ultimi, siano essi malati, orfani, stranieri o carcerati”.
“Un esempio di solidarietà, fonte di ispirazione per tutti noi che ci troviamo, ora più che mai, a rinnovare il nostro sostegno all'opera della Madonnina del Grappa ed a tutti i collaboratori e ai ragazzi che sentiranno fortemente la sua mancanza”.
17/05/2010 17:41
Provincia di Firenze

necrologi 17/05/2010

GIULIO MASOTTI, a nome di tutti coloro, italiani ed albanesi, che hanno contribuito ad istituire e realizzare, presso la Missione Albania della Madonnina del Grappa, il Corso di Laurea in Fisioterapia dell’Università di Scutari, rende omaggio alla cara memoria di

DON

Carlo Zaccaro

illuminato uomo di fede che ha fortemente voluto e promosso l’iniziativa, al fine di rendere disponibili nuove opportunità formative anche ai giovani albanesi più bisognosi e possibilità di cura finora negate all’intera popolazione di Scutari.

Firenze, 17 Maggio 2010.

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GIAN FRANCO GENSINI, GIULIO MASOTTI e i colleghi della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze partecipano al lutto della Comunità della Madonnina del Grappa per la scomparsa di

DON

Carlo Zaccaro

e ricordano con affetto il suo contributo determinante all’impegno comune nella realizzazione del Corso di Laurea in Fisioterapia presso l’Università di Scutari.

Firenze, 17 Maggio 2010.

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La famiglia tutta dell’Opera Madonnina del Grappa annunzia con grande rammarico che
don Carlo Zaccaro

ha concluso la sua vicenda terrena dopo una vita spesa nella Carità in Italia e in Albania.
Le esequie si svolgeranno martedì 18 maggio alle ore 15,30 presso la Parrocchia dell’Immacolata in via Paoletti, Firenze. La salma si trova esposta nella Cappella dell’Opera in via delle Panche n. 28.
I sacerdoti e i figli dell’Opera.
Firenze, 17 maggio 2010.
Annuncio su La Repubblica (Nazionale) del 17/05/2010

Giuseppe Gandolfo partecipa, con immenso e filiale dolore, alla scomparsa di
Don
Carlo Zaccaro


uomo santo, maestro di Amore per i giovani, i malati, i più bisognosi.
Egli ha donato tutto se stesso con profonda gioia, con serena discrezione, senza mai risparmiarsi fino all'ultimo istante della sua vita.
Egli ha amato fortemente la sua Toscana e la sua Albania.
Con la sua profonda cultura egli ha voluto, direttamente e indirettamente formare centinaia di giovani meno fortunati, a Firenze e a Scutari.
Il suo insegnamento, sempre operoso e illuminato, resterà esemplare per tutti noi che l'abbiamo conosciuto ed amato.
Roma, 17 maggio 2010

domenica 16 maggio 2010

La Nazione 16/05/2010


Corriere Fiorentino 16/05/2010


Il Nuovo Corriere 16/05/2010



E' MORTO DON CARLO ZACCARO, PROSEGUI' L'OPERA DI DON FACIBENI

15/05/2010 - 20:34 - FIRENZE, E' MORTO DON CARLO ZACCARO, PROSEGUI' L'OPERA DI DON FACIBENI

E’ morto questo pomeriggio all’ospedale all'ospedale fiorentino di Careggi, dov'era stato ricoverato nei giorni scorsi per un intervento d'urgenza, don Carlo Zaccaro, 88 anni, sacerdote dell'Opera della Divina Provvidenza "Madonnina del Grappa" di Firenze. Laureato in Giurisprudenza, con una specializzazione in diritto agrario, nella Fuci (universitari cattolici) strinse amicizia con personaggi di assoluto rilievo come don Franco Costa, don Emilio Guano, Giulio Andreotti, Aldo ed Alfredo Carlo Moro, Francesco Cossiga. Dopo l’8 settembre '45 aderì al Gruppo di Radio Cora. Tramite don Raffaele Bensi, il cui gruppo frequentava si avvicinò alla Madonnina del Grappa, e nel 1946 entrò a farne parte, diventando uno dei collaboratori di don Giulio Facibeni. Nel 1955 venne ordinato sacerdote, pochi anni prima della morte del Fondatore. Don Carlo Zaccaro, insieme ad altri sacerdoti, ne proseguì l'Opera, seguendo la formazione dei giovani, dando vita alla Scuola Professionale della Madonnina del Grappa, e sviluppando l'attività caritativa in tanti settori, dai bambini agli anziani, dagli stranieri ai carcerati. Fu anche molto vicino a Giorgio La Pira, Pino Arpioni e a Fioretta Mazzei. Nel 1992, su indicazione delle Suore di Madre Teresa di Calcutta, fece visita in Albania a un orfanotrofio e rimase scioccato dell'abbandono e dalla sporcizia in cui erano tenuti i bambini, per lo più celebrolesi. Costruì ed arredò un moderno edificio con un efficiente ambulatorio. Fu l’inizio di un’attività molto intensa a favore dei più poveri e indifesi in quel paese. L'Albania, dal canto suo, come riconoscimento per quanto don Carlo ha fatto per loro lo ha insignito della Cittadinanze onoraria della Città di Scutari. Aveva scritto spesso anche per Toscana Oggi (cerca articoli).
Cordoglio per la scomparsa di don Carlo Zaccaro è stato espresso dal sindaco di Firenze Matteo Renzi, anche a nome del Comune di Firenze: "Con don Zaccaro perdiamo una figura molto significativa: è stato uno dei grandi testimoni e interpreti della cultura di solidarietà e di accoglienza che ha permeato il tessuto sociale, civile e religioso della nostra città". Renzi si è recato a Careggi a portare l'ultimo saluto della città alla salma di don Carlo. "Dall'intensa attività per l'Opera 'Madonnina del Grappa' - ha aggiunto il sindaco Renzi - all'impegno culturale al Gruppo Meic come in ogni momento della sua vita, don Carlo ha saputo vivere e trasmettere quei valori che oggi siamo chiamati a raccogliere e mantenere vivi, in una società che ha sempre più bisogno di esperienze solidali".
Cordoglio per la scomparsa di «un grande sacerdote toscano, una delle figure più rappresentative e signficative di una chiesa capace di stare sempre accanto ai più poveri e ai più indifesi» è stato espresso anche dal presidente della giunta regionale Enrico Rossi. «Uomo di raffinata cultura – prosegue Rossi – giurista e docente universitario, ha proseguito l'opera di don Giulio Facibeni continuando a tenere viva l'esperienza della Madonnina del Grappa e dando vita ad un'efficace missione in Albania dove ha fatto nascere una casa famiglia per bambini cerebrolesi e altre strutture sanitarie. Se n'è andato con discrezione, come aveva vissuto e ci mancherà molto come mancherà a tutti i toscani. Ci resteranno le sue opere concrete ma anche il suo esempio e il suo impegno religioso e civile al servizio degli altri. Una testimonianza di fede e di dedizione sociale che, ne sono certo, altri sapranno raccogliere e portare avanti come lui stesso ha saputo fare dopo la scomparsa di don Facibeni».
La salma è esposta da lunedì mattina presso la cappella della Madonnina del Grappa in via delle Panche a Rifredi. I funerali verranno celebrati dall'arcivescovo di Firenze, mons. Giuseppe Betori, martedì 18 maggio alle 15,30, nella chiesa dell'Immacolata a Montughi (via Paoletti, Firenze)

http://www.toscanaoggi.it/news.php?IDNews=19421&IDCategoria=1

Santa Messa per i 10 anni dalla morte di don Carlo Zaccaro

22 Maggio alle ore 18 nella Chiesa di San Michelino Visdomini in via dei Servi a Firenze. Santa Messa per i 10 anni dalla morte di don Car...