sabato 4 giugno 2011

Altri cinque profughi a Santa Sofia

Il Resto del Carlino (Forlì)
FORLI' PROVINCIA pag. 17

L'arrivo è previsto per oggi. Verranno alloggiati nei locali della canonica di Isola
VIAGGIO DELLA SPERANZA Nuovi arrivi nel paese bidentino di Santa Sofia
di OSCAR BANDINI PROFUGHI dall'Africa a Santa Sofia, secondo arrivo. È stato infatti confermato quanto già anticipato dal sindaco Flavio Foietta in occasione del concerto del 2 giugno della banda Roveroni e cioè l'arrivo oggi di cinque profughi africani che hanno richiesto lo status di rifugiati politici. Una ulteriore puntualizzazione ufficiale viene dal vicepresidente della provincia di Forlì Cesena con delega alla protezione civile Guglielmo Russo, che spiega: «Il piano concordato con la Regione sta procedendo nei termini indicati, piccoli gruppi, quando è possibile nuclei famigliari per non creare problemi alle comunità locali. Comunque nella prima parte del programma di accoglienza avremo 45 profughi nel forlivese e 12 nel cesenate. A regime saranno complessivamente 72. Ne approfitto per ringraziare di cuore la comunità santasofiese e l'amministrazione per l'opera svolta e la solidarietà dimostrate». I CINQUE nuovi profughi
saranno alloggiati presso i locali della canonica di Isola, una piccola frazione del Comune distante quattro chilometri dal capoluogo. «Abbiamo predisposto le stanze per accogliere i cinque profughi africani probabilmente originari della Costa d'Avorio spiega Luciano Stradaioli, responsabile economico della parrocchia di S.Maria in Cosmedin e componente del consiglio pastorale , un paese sconvolto dalla guerra civile. Altro non so, noi mettiamo a disposizione i locali per dormire e la cucina, non possiamo però permetterci di fargli da mangiare perché siamo in pochi, ma non li lasceremo soli».
NEL FRATTEMPO i cinque profughi provenienti dalla Libia ed originari dal Bangladesh ospiti provvisoriamente presso l'ostello della gioventù, lunedì prossimo, grazie al supporto della cooperativa Fare del Bene di Galeata, saranno inseriti in un programma di lavoro «lavori socialmente utili precisa il direttore della cooperativa sociale Carlo Zappia affiancati dai nostri operatori. È importante che non stiano con le mani in mano, ma poiché non possono essere inseriti in un lavoro fisso fino a quando non gli verrà riconosciuto lo status di rifugiati politici, ci daranno una mano in alcuni semplici lavori».
Questi ragazzi, tutti con meno di 30 anni, sono stati bene accolti in paese e molti cittadini di tutte le età fanno a gara a farli sentire meno soli, loro ringraziano ed hanno fatto capire però chiaramente che vogliono lavorare e rendersi utili.

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